Parco di Portofino, da regionale a nazionale

Piero Anfossi

Il Parco di Portofino, istituito nel lontano 1935, dal 1978 fa parte del sistema regionale delle aree protette liguri. Con una superficie di circa un migliaio di ettari, esso comprende nei suoi confini l’omonimo promontorio che culmina con la vetta, a 608 metri sul livello del mare. Questo monte, incastonato in un tratto costiero di notevole interesse paesaggistico-ambientale, presenta caratteristiche geologiche e vegetazionali differenti tra la zona esposta a settentrione e quella affacciata sul mare. Infatti nella prima, il cui substrato è costituito dai calcari marnosi appartenenti alla formazione del Monte Antola, il manto arboreo si presenta alquanto compatto, con un sottobosco fresco e umido. Tra le numerose piante presenti si annoverano castagni, noccioli, carpini, lecci ed olivi. Nella porzione meridionale affioramenti di conglomerato, una sorta di impasto di ciottoli cementati tra loro, formano un robusto baluardo contro l’erosione. Infatti tale formazione conferisce particolare resistenza ai contrafforti più esposti a mareggiate e fortunali. In questa porzione di parco piuttosto arida e costantemente esposta ai venti dominanti, la copertura arborea è più diradata, costituita in gran parte da pini marittimi, corbezzoli e altre piante arbustive tipiche della macchia mediterranea. Innumerevoli sono le specie animali che trovano rifugio nella vegetazione del parco, ad iniziare da un’avifauna particolarmente ricca. Molteplici sono le opportunità offerte all’escursionista, nella scelta dell’itinerario da percorrere all’interno dell’area, sia per i comodi sentieri immersi nella vegetazione sia per quelli a strapiombo sul mare attraverso i quali poter raggiungere, con la dovuta cautela, incantevoli calette seminascoste.

L’esigenza di maggiore tutela, subordinata ad una cronica carenza di risorse economiche, ha dato il via nel 2017 al progetto di trasformazione dell’area in Parco nazionale, che prevede l’inclusione dell’attigua Area marina protetta. La riqualificazione dell’area parco ed il suo ampliamento a mare, consentirebbero di infondere maggior vigore alla promozione turistica internazionale, in una zona dove i vacanzieri provengono in gran parte dal bacino padano. In pratica si tratterebbe di riprodurre quanto avviene con il Parco nazionale delle Cinque Terre, in cui i flussi turistici dall’estero in certi periodi dell’anno superano quelli nazionali. La politica delle seconde case, nei decenni passati, ha messo a dura prova l’integrità di uno dei tratti costieri liguri più caratteristici: proprio per questo il comprensorio Tigullio-Golfo Paradiso merita una maggiore attenzione e valorizzazione sotto il profilo ambientale. Non soltanto Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure sono coinvolte nel progetto di parco nazionale, a fronte di una perimetrazione dell’area che andrebbe a coinvolgere anche altre località limitrofe. Come spesso accade quando si devono interfacciare più soggetti istituzionali, tra i vecchi e i nuovi Comuni gravitanti sull’area, come pure tra gli stessi e la Regione, si generano conflittualità che portano a situazioni di stallo. Per far ripartire l’iter di un progetto che finora è rimasto sulla carta, nel 2019 si è costituito un Coordinamento che annovera associazioni ambientaliste, escursionistiche e di categoria, con il supporto dell’Università di Genova. Sotto l’egida del Coordinamento, si sono tenuti incontri pubblici tra amministratori e cittadini che hanno visto il coinvolgimento di molti studenti di scuole ed istituti del comprensorio. L’importanza di tale mobilitazione è sottolineata dal ruolo che il nuovo parco andrà a rivestire, quale punto di riferimento di valenza internazionale in un’ottica più ampia di riqualificazione ambientale. Tutto questo, tra l’altro, in un comprensorio che coniuga al meglio le due componenti che caratterizzano maggiormente la nostra regione: il mare e la montagna. Altre iniziative sono in corso per fare pressione a livello ministeriale, al fine di rimettere in moto la procedura che consenta di vedere concretato un progetto, la cui realizzazione non solo riguarda la nostra regione, bensì occupa un posto di diritto nel panorama dei siti di pregio nazionali.   

Scorcio del Promontorio di Portofino, le cui propaggini si tuffano nelle acque dell’antistante Area marina protetta. In primo piano il crinale che separa la piccola rada di San Fruttuoso dalla Cala dell’Oro. Foto di Enrico Martini, Archivio Pro Natura Genova.